Americano o Inglese, quali le differenze e le motivazioni di preferenza?
Studio dei rapporti aurei nella sagome del Golden Retriever
Perché i miei Golden Retriever “saltano all’occhio”, immediatamente, per bellezza e personalità?
Perché un Golden “Delle Grandi Ombre” si distingue così tanto, da apparire “speciale”, anche al semplice neofita?
In verità il motivo è semplice.
Perché ho sempre avuto un’idea molto precisa di quello che è il mio CANE ideale.
Quell’idea, astratta ma precisa, che cerco di ricreare nei miei Golden Retriever, “Delle Grandi Ombre”.
Perché non mi sono mai fatto influenzare dalle mode e ho sempre avuto, nella mia mente, un preciso Tipo di cane, non solo morfologico ma anche caratteriale.
Un cane ideale, a cui ispirarsi, quale modello arcaico e libero dalla specificità morfologica e caratteriale associabile alle diverse razze, intese come processo d’adattamento culturale ed etnografico.
Il mio Golden ideale è un cane dei giorni d’oggi, moderno, adatto a vivere nel nostro mondo, e capace d’adattarsi, perfettamente, in maniera equilibrata, alle complesse dinamiche sociali di una realtà tecnologica, sempre più caotica, con tutte le sue stranezze, contraddizioni e conflittualità psicologiche, nella gestione delle tensioni, non facili da superare per il nostro compagno di vita a quattro zampe.
Un cane, però, anche, che non voglio perda, in questo
processo d’adattamento, la propria identità atavica, primitiva, legata alla sua
innata capacità di reagire in maniera più spontanea, e ancora capace d’ascoltare
la “voce” della natura, e non tradisca, in questa “evoluzione”, la nostra
aspettativa, interiore, d’avere, in lui, un amico vero e sincero, paziente, ma,
anche, capace di sorprenderci sempre con la sua capacità di scuotere il nostro
interesse e d’animare la nostra quotidianità, oltre d’arricchire e rassicurare il
nostro spirito con una speciale energia emotiva.
Oggi, la necessità d'avere cani adatti anche alle famiglie
residenziali e che vivono nelle città, con temperamento e aggressività più
facili da gestire e con una tempra che consenta una maggiore malleabilità,
insieme al fiorente nascere di sport cinofili accessibili anche ai non-professionisti,
e, soprattutto, con un’evoluzione sociale più matura e più sensibile alle
necessità degli animali e al loro benessere, rischia di trasformare questo
splendido, e speciale, animale in una grottesca caricatura di ciò che era in
origine, appiattendone le peculiarità più naturali, le differenze che lo
separano da noi, e che credo siano proprio all’origine dell'intesa misteriosa che è alla base di quell’attrazione straordinaria che ci spinge emotivamente a
stringere con lui un’amicizia particolare, speciale, fatta di profonde e
inspiegabili complicità ma, a volte, anche di strane incomprensioni.
Per quanto il cane, a volte, ci possa apparire molto simile a
noi, almeno nei caratteri ideali migliori che vorremmo aspettarci dai nostri
amici più veri, egli rimane un’animale singolare con caratteristiche,
specie-specifiche, diverse da noi, ed è meglio che questa differenza venga
valorizzata piuttosto che, ostinatamente, cercare di negarla o di considerarla un
difetto da correggere.
Anche perché, nel bene o nel male, inevitabilmente, ogni tentativo di costringere la natura del cane in questa piattezza è destinata, prima o poi, a fallire, e , allora, si scoprirà, con nostro grande rammarico, e non solo, che questo genere d’amico, frutto della nostra "ragione", non è ciò che volevamo davvero e, finisce, che non riconosciamo più, nel nostro cane, quella speciale dimensione fantastica e misteriosa, forse nascosta nel mito, ma a suo modo vera, che animava il nostro interesse verso di lui, magari inconscio, ma percepito, in maniera profondamente empatica, con tutto il nostro essere e capace di farci viaggiare con la fantasia in mondi incedibili e straordinariamente affascinanti.
Pumpkin Pie of Milburn a 9 anni (Golden linea americana)
Nel mio tipo di Golden Retriever, quello “Delle Grandi Ombre”, ciò che appare subito evidente è quella luce speciale, una scintilla misteriosa, che origina dal profondo dei suoi occhi e che irradia tutto il corpo di un’energia propria inarrestabile, e che esprime la forza della natura, che vive nell’anima del nostro Golden Retriever, come una reminiscenza d’una primordiale forza generatrice di vitalità, di carica empatica e di spirito combattivo.
È l’anima “del lupo” che si fa sentire.
Ma al di là di tanta filosofia della modernità, dove la psicologia sembra aver preso il sopravvento sul buon senso, il TIPO, inteso come quella caratteristica che fa apparire una riconoscibilità dei caratteri identificativi essenziali di un individuo, non dipende dalla razza, ma si esprime nella razza, come una peculiare espressione della struttura essenziale della relazione specifica di molti elementi costitutivi i parametri di ciascuna razza, espressi a grandi linee generatrici, nello Standard di Razza.
Il tipo esprime al massimo, e al meglio, esaltandoli, i parametri peculiari di una razza specifica, al punto tale che si può dire che esso è l’espressione, volta al estremo, dei difetti relativi che identificano una razza, come quella determinata razza, nella sua specificità.
Ma il tipo è, anche, l’espressione di una specifica visione, di un punto di vista interpretativo, personale, dei parametri dello Standard di Razza, quella dell’Allevatore.
Per poter creare un proprio “tipo” riconoscibile è necessario possedere alcune nozioni fondamentali dell’arte d’allevare, conoscere le regole della selezione dei caratteri, avere una discreta familiarità con la cinognostica, oltre che avere idee chiare sul significato di razza, di standard di razza, e qualche altra nozione tecnica, quale il concetto di difetto assoluto, di bellezza relativa, attitudine specifica al lavoro, tipo morfologico e costituzionale.
Ma, soprattutto, è necessario possedere una cultura etologica, oltre ad una, almeno piccola, dose di talento, mescolata, magari, a una giusta dose d’inventiva e di capacità di guardare oltre le apparenze, misurandosi con i misteri della natura nella sua accezione più aurorale, complessa e dialettica, non solo da un punto di vista scientifico, ma anche di personale messa in gioco del proprio sedimento culturale ed emotivo.
La mia “idea” di Golden Retriever nasce da un amore profondo, speciale, forse, anche, un poco filosofico, oltre che biologico, verso “Il CANE”, inteso nella sua accezione più arcaica e nata dalla mia ricerca di capire l’anima di questa incredibile e speciale creatura, non solo con l’empatia, ma, anche, con la mente.
Ancora prima di scegliere d’allevare un cane, dal carattere straordinariamente equilibrato, come il Golden Retriever, capire il cane, nella sua accezione più pura, in quanto specie, è sempre stato il mio interesse principale, rivolto a carpire il linguaggio nascosto nel suo comportamento, indagare la sua natura profonda, più primordiale della nostra, e gli equilibri che in essa dialogano, in maniera dinamica e, a volte, persino, imprevedibilmente analoghi ai nostri.
Una natura, quella del cane, che intrattiene molte analogie con la nostra natura animale, una natura remota, nascosta, della nostra personalità, quasi sempre lasciata sepolta nell’oblio dell’inconscio, in quanto ci appare come un aspetto della nostra interiorità che ci turba profondamente nella sua apparente irrazionalità e ci inquieta per la sua irrequieta passionalità e per la sua irreverente propensione a sfuggire al controllo della nostra volontà.
Il modo di relazionarsi del cane con la realtà, che in qualche modo condividiamo, sebbene, in molti aspetti, diversamente, per ricezione e interpretazione del fenomeno naturale, esprime una dinamica esistenziale fondamentale per capire anche molte dinamiche comportamentali irrisolte della nostra natura umana, che ancora sono avvolti nel mistero, e che la scienza e la filosofia tradizionale non hanno saputo svelare del tutto, e, spesso, lasciati alla deriva in un inconscio primordiale esistenziale, sia personale che collettivo, che quando riemerge, in condizioni particolari, ci può, davvero, sorprendere ed essere animato da una forza d’incredibile capacità dirompente, capace d’incrinare e ferire molti nostri valori morali già accreditati.
Pumpkin Pie of Milburn Superstar ... a 9 anni
Entrambi, sia noi che il cane, siamo mammiferi, predatori e socialmente molto evoluti, eppure in un rapporto con la natura incredibilmente diverso, e, spesso, credo che il cane possa insegnarci qualcosa di utile anche per i rapporti tra noi esseri umani, e farci vedere il nostro modo di vivere, nel nostro mondo, con occhi diversi, forse migliori, e, soprattutto, svelarci, con una distanza sufficiente da poterla accettare anche moralmente, la dinamica fondamentale del nostro comportamento istintuale di base, che, spesso, nella nostra vita interiore può creare continue dinamiche conflittuali, estremamente stressanti, e che innalzano, nella nostra psiche, barriere e ostacoli spesso insormontabile, ma che, anche, se affrontate con sufficiente consapevolezza, possono trasformarsi, in una preziosa conoscenza, che può essere estermamente d'aiuto e a tutto vantaggio della nostra capacità di vivere più serenamente con noi stessi e con gli altri, riscoprendo un’appartenenza alla natura che, altrimenti, molto spesso, invece, può essere vista con sospetto e paura, se rimane incompresa nella sua dinamica essenziale e generatrice del nostro comportamento istintivo.
Comprendere la natura profonda, primordiale, atavica, della personalità canina permette di farsi un’idea precisa di ciò che è quel CANE che meglio la può esprimere nei suoi caratteri.
Quindi, questo “tipo”, anche psicologico, oltre che fenotipico, che si percepisce in maniera inconscia nei miei Golden Retriever, è anche, certamente, espressione della capacità di creare dell’Allevatore, ma, allo stesso tempo, è anche, e soprattutto, espressione della sua interiorità, del suo animo, il risultato del gioco tra le sue certezze e i suoi dubbi, e della sua volontà di offrire la propria interpretazione della forza della natura, della sua straordinaria energia creativa, e del modo in cui ne possiamo godere gli imprevedibili sviluppi storici, attraverso una permanenza di caratteristiche fisiche, morali e psichiche, che non sono altro che l’espressione dell’evolversi della vita e il nostro partecipare, più o meno, attivamente a essa, con ciò che siamo capaci di fare, da protagonisti più o meno attivi, e con le sole armi biologiche che la natura ci ha fornito come dotazione di base e che ciascuno di noi valorizza come meglio gli riesce.
Casualmente o, molto più probabilmente, fatalmente, questo appassionante percorso è nato, in me, originariamente, prima ancora che nell’allevamento, con l’addestramento rivolto alle razze più incline “alla guardia e alla difesa”, dove il carattere e la personalità del cane, inteso nelle sue accezioni più primitive, fa rivelare, in maniera più esaltante, quelle attitudini naturali che animano lo spirito originario della natura del cane che alloggia nel profondo di ogni genere di razza, in maniera più o meno accesa.
Ma alla fine, forse, è solo la capacità di ascoltare il proprio ego, senza farsi sopraffare dalla sua tendenza a dominare gli eventi, a permettere di svelare i segreti più profondi e intimi della vera natura del figlio di uno dei più abili predatori che la natura abbia creato, dopo l’uomo, il lupo.
Una ricerca personale, interiore, rischiosa, non solo scientifica, che nasce dalla necessità di svelare il mistero dei propri dubbi esistenziali, che, ancor prima d’indagare il rapporto con la natura del cane, deve trovare il coraggio di confrontarsi con la propria natura, interiore, originaria, la nostra “protonatura”, con un’interrogazione che va ben oltre la psicanalisi o l’indagine cognitiva.
Solo conoscendo a fondo la natura di uno dei più
straordinari predatori specializzati e socialmente organizzato, com’è il lupo,
si può capire davvero, i caratteri relazionali primitivi e primordiali che
alloggiano, più o meno, nascosti e, più o meno, geneticamente assopiti, nel
cuore dei nostri cani e che sono, paradossalmente, ma solo a prima vista, anche
alla base del carattere straordinariamente poliedrico, vivace, equilibrato e
affidabile che oggi possiamo gustare nei nostri socievoli ed equilibrati Golden
Retriever.
Studio rapporti aurei nel Golden Retriever Inglese
Come sempre, di solito, avviene in natura, la bellezza interiore trova espressione anche nelle forme esterne e negli equilibri dinamici tra le parti del corpo, dove persino il più piccolo dei particolari ha un significato funzionale preciso, come la semplice inclinazione degli assi palpebrali degli occhi, la loro forma, rispetto alla loro maggiore o minore frontalità, il salto, o depressione, nasofrontale, chiamato anche “stop”, l’inclinazione degli assi cranio-facciali, il rapporto tra misure longitudinali e trasversali, che definiscono anche il tipo costituzionale, oltre che morfologico, l’angolo del pastorale o della groppa o della spalla, la forma dei piedi e la lunghezza dei raggi ossei, nonché l’attaccatura della coda e delle orecchie, la lunghezza e la larghezza dei lombi, la cerchiatura del torace e la sua profondità, il rapporto tra l’altezza del torace e la lunghezza degli arti, la lunghezza e l’inclinazione del collo rispetto alla spalla, la distanza tra le scapole che definiscono il garrese e che, nel loro insieme, definiscono andature più o meno specializzate, la forma delle orecchie e il loro portamento, la lunghezza della canna nasale, che determinano anche la specializzazione olfattiva, tutto, insomma, può diventare espressione di un “tipo” particolare.
Un tipo che definisce non solo l’aspetto fisico ma anche comportamentale, qualificandone anche l’aspettativa di temperamento, di tempra e , quindi, della resilienza, e, quindi, della capacità di un cane di vivere più o meno felicemente con l’essere umano, potendo trovare, in questo, il riferimento giusto per un’interazione comportamentale perfettamente adattata alla nostra vita, da animali più metropolitani.
Una vita che per il cane, e non solo, a volte è, decisamente, un po’ troppo “incasinata” da un punto di vista psichico.
La componente “naturale”, primigenia che si esprime in quel
lampo d’energia che fa essere il cane un animale speciale, e che, forse, non
tutti riescono a cogliere di primo acchito, ma che, a un occhio esercitato a
guardare oltre le apparenze e con una mente capace d’ascoltare il corpo, è
molto chiara, e può essere percepita immediatamente, persino sensorialmente,
oltre che emotivamente, in tutto l’essere di un cane, anche di un Golden
Retriever, quando, nel suo profondo, echeggia, ancora, l’anima del lupo.
Una “qualità” che si nota, subito, già nel portamento e che si esprime, con evidenza, anche, nella stabilità del sistema nervoso e che s’intravvede in quella speciale luce che nasce dalla profondità dello sguardo, con quella scintilla di vitalità, e di superiorità emozionale, che nessun altro animale sa trasmettere all’uomo, e che è ciò che distingue il “tipo” di Golden Retriever, che nasce dall’affisso Delle Grandi Ombre.
Un tipo, il mio, “Delle Grandi Ombre”, in cui ancora si può intravvedere quello sguardo vivo, un po’ selvaggio, anche se illuminato da una scintillante intelligenza intuitiva.
Un tipo da cui trasuda, da ogni poro del suo essere, una natura “selvaggia”, ancora viva, profondamente canina, d’un animale straordinario, capace d’intrattenere un rapporto vero con noi, un rapporto che nasce dal profondo dell’anima e che parla all’anima e che s’impone a noi, con forza ed evidenza, spontaneamente, anche se magari non s’intuisce subito il perché.
Espressione americana molto tipica di Pumpkin Più of Milburn
Diciamocelo, il Golden Americano è di moda, non ci sono dubbi a proposito.
Non stiamo neppure a chiederci il perché, e neppure vogliamo perderci in sottigliezze tecniche sugli Standard di Razza, che, non poche volte, possono essere confusi e persino contraddittori.
Il Golden Retriever ha le sue origini e sono certamente inglesi.
Anche i Golden americani hanno quest’origine.
Basta guardare attentamente i Pedigree e andare indietro di qualche generazione, neppure tante, poi, per arrivare subito alla biforcazione dove si sono poi fissati alcuni caratteri specifici, allevati con maggiore attenzione d’altri, per una semplice preferenza umana.
Ma perché i miei Golden “americani”, quelli che hanno dato origine alla mia linea di sangue, sono così speciali?
La cosa è di nuovo meno complessa di quanto si possa pensare.
Inevitabilmente, a livello quasi inconscio, anche le caratteristiche morfologiche della linea americana, nel tempo, in me, sono confluite verso il mio tipo di Golden Retriever, quello che condivide la mia idea di CANE ideale, e che, quindi, tende nella selezione a piegare inconsapevolmente, ma decisamente, i caratteri generatori specifici, ma comunque, sufficientemente generici, da poter permettere la variabilità intraspecifica, anche della linea di sangue americana, verso una caratterizzazione più specifica e personale di struttura morfologica, psichica e costituzionale.
Così alla
fine non si tratta più di notare le differenze tra linea americana e inglese
ma di notare di più le somiglianze che accumunano le due linee di sangue a un
Tipo unico, il mio tipo, quello Delle Grandi Ombre !!!
Apache Delle Grandi Ombre, fantastico Golden angloamericano
Cosa hanno i miei Golden Retriever “Delle Grandi Ombre” che gli da quella speciale maestosità e potenza d’immagine al primo impatto, dove anche un neofita rimane colpito per la spettacolarità del loro apparire sia morfologico che caratteriale?
Forse è stato un caso, forse no.
Forse è intervenuta quell’intuizione, più talentuosa, più nascosta nel profondo del mio inconscio, che, pur lontana dalla consapevolezza immediata, alloggia da sempre nella mia mente come un’idea più generica, ma ben strutturata, nelle sue caratteristiche essenziali, quella visione che ha dato vita, nel tempo, al mio tipo di CANE ideale.
In fondo, se si guarda bene nei miei Golden Retriever “americani”si notano molte caratteristiche inglesi, naturalmente, quelle che mi piacciono di più per varie ragione tecniche, funzionali, estetiche ed emotive.
Navy Seals Delle Grandi Ombre, tipico Golden americano DELLE GRANDI OMBRE
Nella linea inglese si distingue, subito, uno sguardo sincero, dato da occhi grandi, più frontali e con forma più arrotondata, che esprimono dolcezza e affidabilità, e che, normalmente, appartengono a teste importanti, al limite fra il mesocefalo e il brachicefalo, con diametri trasversali considerevoli e muso forte, con una canna nasale potente e tartufo grande.
Personalmente non amo molto gli occhi dalla forma più primitiva, più tipici della linea americana, con asse trasversale più inclinati e convergenti al centro, più piccoli, con forma più a mandorla, che sono più tipici delle razze nordiche, e che esprimono poco di ciò che succede nel profondo dell’anima.
Lo so che questa mia impressione deriva da un’antropomorfizzazione emotiva dei caratteri fisici e nulla ci garantisce che questa sensazione corrisponda a una personalità canina davvero specifica, ma, d’altronde, la sensazione emozionale che il cane mi trasmette, con l’espressione, rimane, per me, anche un motivo d’apertura, del mio cuore, nei suoi confronti, e quindi un elemento essenziale per una profonda e proficua interazione con lui, priva di dubbi emotivi e incertezze psicologiche.
Ma di fatto queste caratteristiche morfologiche, che, inevitabilmente, si riversano anche nella personalità psichica, mi danno cinognosticamente ragione di una fraintendimento comune, nel neofita, verso la preferenza, nei confronti della linea americana, motivata dalla convinzione che il tipo americano sia più grande e potente di quello inglese, mentre, invece, questo non è per nulla vero, anzi, è proprio l’opposto, e, mi sembra, lo stia confermando, anche, la naturale tendenza della linea di sangue americana a virare sempre di più verso tipi minuti e leggeri.
Ultimamente non ho importato molto di “sangue americano” ed è proprio questo il motivo.
A me piace un tipo massiccio e potente, ma allo stesso tempo agile e vivace, con buona massa muscolare, ma anche non nervi saldi e capaci di reazioni equilibrate, sebbene esuberanti e pieni di energia, con buona ossatura e una discreta elasticità e consistenza del tessuto connettivo, e tutto questo si lega, di più, al tipo inglese, con espressione più sincera e sguardo più frontale, tipico delle razze più brachicefale.
Il mio primo Golden argentino, di linea americana, è stato Pumpkin Pie of Milburn, un gigante da 42 kg, senza un kilo di troppo, con una massa muscolare straordinaria e un ossatura possente, con un temperamento straordinario e una notevole tempra, il mio cane ideale, anche da un punto di vista della personalità, ma guardandolo bene, se non fosse per le caratteristiche del suo pelo e un po’ dell’attaccatura delle orecchie, più americane, sfido chiunque a dirmi che è un Golden americano.
Pumpkin Pie of Milburn mi è arrivato già “bello e confezionato” come la materializzazione dell’immagine che già avevo costruito, nel mio inconscio, del mio archetipo di Golden “Delle Grandi Ombre”, quasi perfettamente corrispondente a quell’idea di Cane ideale che ho sempre immaginato, nella mia mente da architetto, come fosse nato dalla selezione più storica e antica del mio allevamento.
Diversamente, la mia importazione brasiliana, Golden Trip Voodoo Sherlock, che esprimeva appieno tutte le caratteristiche più peculiari della linea americana, super tipica, nell’espressione e nel mantello, ma minuta, sebbene con una massa potente e con diametri trasversali considerevoli.
Ma ciò che certamente differenzia, immediatamente, la linea americana da quella inglese, già dalla prima impressione, è la tessitura del pelo, la qualità del mantello, non del colore più rossiccio, come molti confondono, ma della sua qualità e struttura che gli da un maggiore volume, e crea una livrea particolarmente espressiva, con una apparenza scenica formidabile, maestosa e di grande impatto estetico.
Tipiche espressioni di Golden di linea americana
OLDEN TRIP SILVER SOUND VERMONT & MBIS.Br CH/Pan CH/Ar CH. Nautilus FOX MULDER
A volte mi viene da sospettare che, nella storia della
selezione, vi siano state delle contaminazioni, come spesso, nella storia della
cinofilia, è accaduto, perché il tipo di pelo e di sottopelo, ma anche
l’inclinazione e la forma degli occhi e la tendenza a uno stop meno pronunciato,
del Golden americano, mi ricordano davvero molto quello del Pastore Scozzese,
vi ricordate il famoso Lassie, il Collie super intelligente e valoroso delle
famosa serie televisive americana?
Magari, invece, è solo il gusto estetico americano ad aver
spinto, nel tempo, la selezione verso certi
caratteri piuttosto che altro.
Ma cosa conta poi?
Adesso esiste un tipo di Golden americano straordinario, ben fissato, nei suoi caratteri peculiari, comunque, ancora aperto a tante possibilità di variazioni future, sensibili a gusti e scelte, più o meno, intelligenti, ed è quello che ci interessa, alla fine.
Un’altra peculiare differenza tra le due linee di sangue è rappresentata dall’attaccatura delle orecchie, più alta quella americana, circa all’altezza degli occhi quella inglese.
L’attaccatura alta delle orecchie trasmette l’impressione di un diametro trasversale del cranio maggiore, che, però, se non è confortato da una buona struttura del muso, tende a renderlo più leggero e che, con uno stop meno pronunciato, gli conferisce una forma più triangolare, definendo un’espressione, più simile ai cani di tipo spitz, che sinceramente non sono il mio ideale di struttura fisica per una cane della taglia e della mente di un Golden Retriever.
Liberty Wilson Durham & Raika del Allevamento Brasiliano Perfect Golden
Per contro l’attaccatura delle orecchie, all’altezza degli occhi, rende la testa più dolce, con un cranio più rotondeggiante, e perdona qualche carenza di struttura ossea, sebbene potrebbe, se eccessiva, rendere la testa del Golden più simile ai caratteri di un Setter o di un Cocker, altra cosa da evitare se non si vuole poi avere anche una forma di orecchie meno triangolari, più lunghe e più cadenti, con il risultato che sembra un cane da cerca con un espressione un po’ troppo triste, e a volte perfino un po’ patetica, e che, molto probabilmente, porterà con sé anche delle caratteristiche caratteriali non necessariamente desiderate.
Teste ed espressioni tipiche di Golden Inglesi alla base della genealogia "Delle Grandi Ombre":
George Clooney Delle Grandi Ombre & Multi.Ch.Blues Who's Who VD Beerse Hoeve
& Grande Jck e Gillian Tess Is Friendly & Ch. Rip. Honeypound Subliminal e figlio, Matley Delle Grandi Ombre
Insomma, a me piacerebbe una giusta “via di mezzo”, con orecchie grandi e forte tessuto cartilagineo sottostante, di forma più triangolare con la punta che arriva sulla parte anteriore del massetere, portate all’altezza degli occhi o appena sopra, ma, in tutti i casi, che non arrotondino o, viceversa, non appiattiscano troppo il cranio.
Il Golden, secondo me, deve trasmettere gioia e vivacità da
tutto il suo essere, mantenere l’espressione dell’eterno “bambino” che c’è in
lui, e deve sprizzare dagli occhi una luce di spontanea e genuina intelligenza che sembra scaturire da una misteriosa
miscela di saggezza e di prontezza di spirito.
Un Golden “Delle Grandi Ombre” dovrebbe possedere un’argutezza innata, nell’agire, con sicurezza e determinazione, animata da una naturale curiosità esplorativa e con occhi che sanno parlare all’anima.
Ch. Rip. Honeypound Subliminal fondatore della linea inglese "Old Style"
Il tipo costituzionale, è meglio, sia normosplancnico e mesomorfo, con struttura ossea forte ma non brevilinea, con ottime capacità atletiche e con un temperamento allegro e vivace, accompagnato a una buona serenità d’animo e media capacità di resistere alle situazioni avverse e agli stress psicologici, ovvero, con una buona resilienza, ma senza eccessi di tempra.
A questo proposito, indubbiamente, chi ha avuto, nel tempo, più di un Golden da me, si sarà già accorto che le ultime linee, più americane, hanno anche l’ulteriore particolarità caratteriale di, appunto, una maggiore tempra, che gli fanno superare quella fragilità emotiva che, nel Golden Retriever più classico, lo fa apparire, soprattutto, nelle situazioni nuove, come fosse emotivamente continuamente “sull’orlo di una crisi di nervi”.
Magari ciò vi costringerà a impegnarvi un po’ di più nell’imposizione di una disciplina iniziale, ma, sicuramente, vi darà maggiori soddisfazioni future e soprattutto avrete una Golden Retriever dai nervi salvi, con una buona capacità di superare gli stress ambientali senza eccessi di fragilità emotività e di paura.
Insomma, un Golden Retriever “Delle Grandi Ombre” è un tipo pieno di personalità, ma equilibrato, sereno e allegro, pieno d’energia da estroflettere, in maniera intelligente e collaborativa con tutta la famiglia, che vi renderà la vita oltre che molto più interessante anche più gioiosa e spensierata, mai banale e scontata, scuotendo la solita routine quotidiana con un fresco guizzo di simpatia ed estrosità, e, allo stesso tempo, avrete una cane vero, un lupo “travestito”, per usare l’azzeccata definizione della Dott.ssa Barbara Gallicchio nel suo libro, squisitamente documentato, sulle origini biologiche del cane domestico.
Mo'at Delle Grandi Ombre, linea americana, tipico style "Delle Grandi Ombre"
Noterete,
anche, che la saldezza di nervi, legata a una personalità interiore più
sicura e saldamente ancorata nelle radici ataviche d’un predatore impavido e
metodico, si esprimerà persino
nella manifestazione fenotipica, attraverso un’imponenza della presenza
scenica e con una straordinaria
efficacia qualitativa della postura e della figura d’insieme, nel mostrarsi
al prossimo.
Ma, soprattutto, vedrete che il rapporto con voi sarà di una
qualità diversa, non di semplice accondiscendenza o servilismo, ma di vera è
propria partnership, relazionata dal merito e rispetto reciproco, affidata al
piacere, sì, di collaborare, ma non banalmente con chiunque, bensì,
prioritariamente concentrato su colui che diventa un punto di riferimento di
valore.
Guadagnatevi la fiducia di un Golden “Delle Grandi Ombre” e
avrete un amico vero, della cui fiducia poter contare oltre ogni limite
affidato alla banale certezza degli eventi.
Il vostro Golden Retriever “Delle Grandi Ombre” diventerà il
vostro compagno di vita in maniera esclusiva e unica, diverrete il suo partner
preferito e di riferimento in assoluto, oltre ogni dubbio mondano e ogni banale
convenienza alimentare.
Il vostro cane diventerà più di un semplice cane, diventerà un punto di riferimento costante nella vostra vita e la cosa sarà reciproca, senza alcun dubbio.
Golden Retriever Inglese "OLd Style" Sailor Boy Delle Grandi Ombre
Un vero “Delle Grandi Ombre” si dedicherà completamente al
suo partner, in un’intesa unica e profonda, oltre le apparenze, e oltre ogni
aspettativa umana, facendovi riscoprire l’anima “del lupo” che alloggia, non
solo, in lui.
Un Golden “Delle Grandi Ombre” vi accompagnerà in una
dimensione più primordiale, essenziale, della natura, dove diventa possibile
una strana e arcaica amicizia tra due animali, in apparente competizione
biologica tra di loro, ma che qualcosa di profondo e misterioso accumuna in una
direzionalità evolutiva, davvero, straordinaria, l’uomo e il cane.
Se ascoltate con attenzione, e sintonia ancestrale, l’anima del vostro “Delle Grandi Ombre” scoprirete una creatura d’una capacità sociale speciale, con un’eccellenza emotiva superiore a ogni vostra aspettativa, e capace di dare alla vostra vita una nuova dinamica energizzante, accendendo una fiamma interiore che, nella dinamica sociale contemporanea, sempre più tecnologica e digitale, spesso rimane assopita nella scontata apparenza del vivere quotidiano, in una routine, alla lunga, estremamente logorante, per quanto, spesso, del tutto estranea alla nostra coscienza immediata.
Il nostro fantastico Sailor Boy Delle Grandi Ombre...in piazzata
Affidate il vostro cuore a una creatura “Delle Grandi Ombre”
e non potrete mai pentirvene, al di là di ogni banale distinzione tra Golden
Retriever di linea americana o inglese.
Un Golden Retriever “Delle Grandi Ombre” sa essere di più !!!
Per informazioni telefonate al 045 6661122
o inviateci una email a: info@dellegrandiombre.it
Oppure visitate il nostro Sito Web: www.dellegrandiombre.it
Pumpkin Pie of Milburn con i suoi figli "Delle Grandi Ombre"
...vi aspetta !!!!
...insieme al nuovo arrivato, il Super Stallone Brasiliano
Golden Sunset's Northon Tiger Woods
GOLDEN SUNSET'S NORTHON TIGER WOODS ... a 10 mesi d'età
GOLDEN SUNSET'S NORTHON TIGER WOODS ... a 14 mesi d'età